Cronaca di Carlo Della Mea , 26/03/2021 10:01

Abano, i commercianti portano i manichini in piazza: Muoiono i nostri negozi e noi con loro

Abano, protesta dei commercianti
Abano, protesta dei commercianti

Sono 36 le attività commerciali che ad Abano Terme hanno tirato giù la serranda. “Ed è un numero destinato ad aumentare - spiega Pietro Chemello, di “Ricominciamo Abano” - I nostri negozi sono prevalentemente famigliari. E moriranno, e con loro moriremo anche noi: perché sono la nostra creazione, la nostra passione e la nostra vita ma senza aiuti non ce la facciamo ad andare avanti”. I commercianti aponensi hanno portato le loro vetrine…in strada. Tanti manichini, vestiti alla moda con i prodotti dei negozi e adornati di cartelli di protesta. 

“Ricominciamo Abano” punta il dito tanto contro l'Amministrazione Comunale aponense (" per la non curanza verso i problemi del commercio: finora non ci ha mai aiutato") quanto verso le promesse non mantenute dalla Giunta Zaia ("Avevamo fatto una protesta pacifica davanti alla protezione civile di Mestre e avevamo parlato con l'Assessore Lanzarin che ci aveva promesso un aiuto concreto: finora non arrivato). Strali contro il Governo: “Gli irrisori ristori che ci ha concesso e che non ci aiutano nemmeno a pagare gli ingenti affitti che i nostri affittuari, nonostante la crisi, continuano a chiederci”.  Pesa, secondo i manifestanti, la mancanza di riconoscimento di Abano come Città d'Arte e “gli assurdi ristori di oltre 700.000€ dati alle montagne per 2 mesi persi questo inverno quando per noi ad Abano non sono arrivate cifre così consistenti”. Le attività commerciali aponensi hanno sostanzialmente perso tre stagioni: Abano, e il comparto terme, è stata dichiarata sin dall'inizio della pandemia zona rossa e il flusso turistico è praticamente azzerato da oltre un anno. 

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