Cronaca di Redazione , 16/04/2021 10:35

Zaia: il 5% degli over 80 non si vuole vaccinare VIDEO

Luca Zaia in conferenza stampa

Sono 358.540 gli anziani over 80 e di questi il 5% non si vuole vaccinare contro il covid. Si tratta di poco meno di 18.000 persone in tutto il Veneto.

Il Governatore del Veneto, Luca Zaia, durante la consueta conferenza stampa, ha riferito il dato spiegando: “Aver vaccinato il 95% degli over 80 è un grandissimo risultato. Grazie a tutti coloro che si stanno impegnando nella campagna vaccinale”.

Per quanto riguarda la fascia d'età che va dai 70 ai 79 anni il 60% è stato vaccinato con la prima dose e sono 494.443 in totale. “Adesso servono vaccini, non possiamo essere una macchina da guerra senza munizioni. Abbiamo i motori al minimo e facciamo 30mila vaccinazioni al giorno, se avessimo dosi saremmo in grado di garantire 80mila dosi al giorno. E dobbiamo avere certezze sugli arrivi di qui ai prossimi mesi, per programmarci” ha detto il Presidente.

Poi Zaia annuncia l'arrivo del piano di vaccinazione per tutti i veneti: “La prossima settimana darò la tabella con la previsione per fasce di età dei vaccini, perché i cittadini sappiano quando avranno la possibilità di vaccinarsi, in quale mese almeno, fino ai 16-19 anni e sono oltre 4milioni di persone, ossia gli abitanti del Veneto sopra i 16 anni. Poi speriamo di poter dare date molto più precise”.

ANDAMENTO DEI CONTAGI

“Abbiamo avuto 200mila persone sintomatiche e 200mila persone con sintomi, calano anche gli attualmente positivi - ha detto Zaia -. I dati dei ricoveri totali sono incoraggianti, mostra che il trend è in calo, ovvio è che l'infezione c'è e dobbiamo essere rigorosi nel rispetto delle regole che vanno rivendicate tanto quanto rivendicare le aperture. Aprire senza rispettare le regole ci porterebbe a precipitare di nuovo. Noi abbiamo un vantaggio, il fattore climatico: il coronavirus ha una sua stagionalità, con la bella stagione, con l'innalzamento delle temperature la sua forza diminuisce, in questa terza ondata la sua forza è inferiore a quella di dicembre, e anche rispetto a marzo 2020. E' pur sempre un coronavirus e con la bella stagione è meno aggressivo”.

RIAPERTURE

“Stiamo programmando le riaperture ma non è un liberi tutti, il rischio è sempre dietro l'angolo. Bisogna avere la massima cautela ma bisogna dare un segnale alle attività che hanno subito tanti danni come piscine, palestre e ristoranti. Sulle aperture a maggio qualcosa cambierà. Ora abbiamo dati da zona gialla ma, per decreto, dobbiamo restare in arancione per tutto aprile, a maggio credo non ci sarà più il sistema delle zone”. 

Per il presidente del Veneto, Luca Zaia, ipotizzare "due metri di distanza nei ristoranti vuol dire, di fatto, voler che rimangano chiusi". Spiega inoltre che con il Governo "sta lavorando sulle prossime aperture. Sono intervenuto su questo tema e ritengo che una soluzione sarà trovata. Vedremo - aggiunge - come si esprimerà il Cts. Se si aprirà lo stadio per l'incontro di calcio Italia-Turchia a giugno, allora si affronti anche il tema delle aperture, almeno delle attività delle aree all'aria aperta. Ci sarà un continuo monitoraggio della situazione - conclude - e questo comporterà una classificazione delle diverse regioni".

"Non vedo posizioni fondamentaliste del premier Draghi - osserva Zaia - . Partendo dal presupposto che la salute dei cittadini viene prima di tutto, c'è da sottolineare che c'è un'emergenza economica che deve essere affrontata. Spero che il Governo, al suo interno, alla luce di tutto quello che è il quadro sanitario, le proposte delle Regioni, prendano una decisione rispetto al 'tagliando'. Il decreto scade il 30 aprile - spiega - e quindi qualcosa di nuovo ci deve essere dal primo maggio . E la vedo dura ripresentare l'attuale decreto con zone arancioni, gialle e rosse. Non faccio né il 'chiusurista' né 'l'aperturista' : guardo solo in faccia alla realtà. Ci sono però - conclude - ancora 10 giorni al 30 aprile che segna la scadenza del decreto".

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